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La cabina dell’ascensore

 In Tecnica

Di Giovanni Varisco
L’articolo ‘La cabina dell’ascensore’ è apparso per la prima volta su Elevatori nel 2017

In inglese la cabina si chiama “car” (ma anche “cabin”) il che fa pensare a un’automobile e dopotutto ciò non stona con le caratteristiche di un ascensore che è un impianto nato per trasportare persone e/o merci nella sua cabina. E che continua e continuerà a farlo sempre più velocemente e in maniera ancora più sicura.

La Direttiva Ascensori 95/16/CE dava una spiegazione della cabina.

Come pubblicata originariamente la direttiva indicava nella definizione di ascensore, che vi riporto, l’esigenza della presenza di una “cabina”.

Ai fini della presente direttiva, s’intende per “ascensore”: un apparecchio che collega piani definiti mediante una cabina che si sposta lungo guide rigide e la cui inclinazione sull’orizzontale è superiore a 15 gradi, destinata al trasporto:

La cabina dell'ascensore

La cabina dell’ascensore

  • di persone; 
  • di persone e cose.

Ancora la stessa Direttiva 95/16/CE indicava e prescriveva nella elencazione dei Requisiti Essenziali di Sicurezza e di Salute (RES) relativi alla progettazione e alla costruzione degli ascensori le caratteristiche della cabina.

Le cabine degli ascensori devono essere completamente chiuse da pareti cieche, compresi pavimenti e soffitti, a eccezione di aperture di ventilazione, e dotate di porte cieche. Le porte delle cabine devono essere progettate e installate in modo che la cabina non possa effettuare alcun movimento, tranne quelli di ripristino del livello se le porte non sono chiuse, e si fermi in caso di apertura delle porte.

Risultava quindi evidente che la preoccupazione principale del legislatore era quella di affidare a una cabina, così progettata e costruita, il compito importantissimo di tutelare la sicurezza degli utenti e dei non utenti dell’ascensore.

Infatti la cabina doveva essere assolutamente chiusa (una scatola con pareti soffitto, pavimento e porte) per evitare che attraverso qualunque suo foro potesse essere introdotta una parte del corpo provocando il rischio di urto con parti del vano di corsa e le conseguenti vicende sempre gravi o molto gravi di cesoiamento o schiacciamento di tali parti del corpo.

Così come la presenza obbligatoria della cabina al piano come prerequisito dell’apertura delle porte affidava alla cabina il compito di “sigillare” il vano di corsa impedendo la caduta delle persone quando si era in una condizione di apertura delle porte.

Per quanto riguarda il primo dei due rischi che ho ricordato (contatto di elementi presenti nella cabina con apparecchiature del vano di corsa) è assolutamente chiaro ed evidente che la presenza di una cabina progettata, costruita e installata secondo i requisiti della Direttiva Ascensori è l’unico mezzo per evitare incidenti terrificanti come rappresentato nella figura a lato.

La cabina di un ascensore ha anche il pregio di dare la possibilità a utenti affetti da qualche disabilità di potere fruire della mobilità verticale che gli ascensori consentono a chiunque purché opportunamente progettati, costruiti e installati per quanto riguarda l’abitacolo (cabina) dedicato al trasporto.

Ma non basta, tali pulsanti devono essere facilmente e immediatamente identificabili e avere dei dispositivi in grado di informare l’utente del fatto che essi sono stati premuti con efficacia.

Inoltre, cabine con le porte che non devono chiudersi troppo presto ma devono lasciare il tempo sufficiente alla persona per entrare nella cabina oppure per uscirne senza rischio di spaventarsi per una possibile chiusura troppo immediata delle porte (che devono sempre essere con azionamento di tipo automatico e scorrevoli di tipo centrale o telescopico).

Un lettore attento di Elevatori avrà già sollevato un sopracciglio in segno di disaccordo pensando che in realtà vi sono impianti di trasporto persone che non dispongono di una cabina secondo le definizioni della Direttiva Ascensori 95/16/CE e della nuova arrivata 2016/33/UE.

Il nostro lettore ha completamente ragione se si riferisce a impianti come le piattaforme elevatrici ma mi dovrà comunque assolvere perché tali impianti non sono ascensori bensì macchine e quindi sono soggetti ai requisiti di sicurezza e alle prescrizioni legislative della Direttiva Macchine 2006/42/CE entrata in vigore alla fine del 2009 che limita la velocità di tali installazioni al valore di 0,15 m/s.

CABINA SÌ, CABINA NO

Qui occorre un poco di storia per mostrare come la cabina abbia avuto un’importanza fondamentale nella vita dei due tipi di impianto (ascensori e macchine). Fino all’entrata in vigore delle nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE il confine tra ascensori e macchine era stabilito proprio dall’esistenza di una cabina (che doveva essere dotata di pareti, pavimento, soffitto e porte ciechi).

Quindi “Cabina Si” voleva dire “ascensore” mentre “Cabina No” voleva dire “macchina”.

Con l’avvento della nuova Direttiva Macchine (nel 2009) è stato modificato il confine tra le due direttive stabilendolo nella velocità. Quindi “Velocità > 0,15 m/s” vuole dire “ascensore” mentre “Velocità < o = 0,15 m/s” vuole dire “macchina”. E per qualche pagina della Direttiva poteva sembrare che l’ascensore fosse diventata una cosa diversa, perché nella sua definizione mancava il termine “cabina” e si leggeva.

Un apparecchio di sollevamento che collega piani definiti, mediante un supporto del carico che si sposta lungo guide rigide e la cui inclinazione sull’orizzontale è superiore a 15 gradi o un apparecchio di sollevamento che si sposta lungo un percorso perfettamente definito nello spazio, pur non spostandosi lungo guide rigide.

Sembrava proprio che tutto fosse cambiato leggendo successivamente la definizione introdotta dalla direttiva per il “supporto del carico”.

La parte dell’ascensore che sorregge le persone e/o le cose per sollevarle o abbassarle.

Ma in realtà tutto era tornato come prima quando si leggevano i Requisiti essenziali di Salute e di Sicurezza della Direttiva Ascensori (anche di quella nuova 2014/33/UE) che stabiliscono quanto riporto.

Il supporto del carico di ogni ascensore deve essere una cabina. La cabina deve essere progettata e costruita in modo da offrire lo spazio e la resistenza corrispondenti al numero massimo di persone e al carico nominale dell’ascensore fissati dall’installatore.

Quindi ancora cabina per gli ascensori, e per sempre. Non mi esercito a descrivere le varie caratteristiche funzionali e di trasporto che possono offrire oggi le cabine degli ascensori.

Mi limito solo a dire che la cabina è un elemento architettonico di un’importanza fondamentale per gli edifici di oggi che sono e saranno sempre più alti e sempre più lussuosi.

È un elemento che sicuramente dà tono a un edificio differenziandolo da altri che vedono in essi cabine di tipo diverso. Cabine sempre più belle ma soprattutto sempre più confortevoli e ancora più sicure. E quindi buon viaggio a tutti nelle cabine che troverete in tutti gli edifici moderni.

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