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Interni di cabina: focus sul design estetico

 In Norme

Ho notato recentemente una maggiore attenzione dei produttori sul design estetico degli interni di cabina. Riflettendoci mi sembra che questo sia un ambito ascensoristico che negli ultimi anni ha subito una stagnazione, dovuta forse a una attenzione su altri sviluppi nell’ambito delle applicazioni ingegneristiche e tecnologiche. Infatti, l’ultimo notevole sviluppo in questo settore è stato di Otis e risale ai primi anni 1990 con il design ascensoristico di Otis 2000 che applicava un concetto minimalista che includeva un’illuminazione verticale nelle pareti laterali della cabina.

A quel tempo, ciò venne considerato altamente innovativo ed ebbe successo tra architetti e designer. Ho notato recentemente una maggiore attenzione dei produttori sul design estetico degli interni di cabina. Riflettendoci mi sembra che questo sia un ambito ascensoristico che negli ultimi anni ha subito una stagnazione, dovuta forse a una attenzione su altri sviluppi nell’ambito delle applicazioni ingegneristiche e tecnologiche. Infatti, l’ultimo notevole sviluppo in questo settore è stato di Otis e risale ai primi anni 1990 con il design ascensoristico di Otis 2000 che applicava un concetto minimalista che includeva un’illuminazione verticale nelle pareti laterali della cabina. A quel tempo, ciò venne considerato altamente innovativo ed ebbe successo tra architetti e designer.

La normativa limita il design

La mia propensione è che un effetto imprevisto della EN 81-70: 2003 sia stato quello di limitare lo sviluppo dell’estetica nel design ascensoristico. Potrebbe essere dovuto al fatto che la EN 81-70 è eccessivamente prescrittiva nella stesura e nell’approccio, o forse è dovuto a interpretazioni diverse.

Di fatto, ho incontrato imprenditori che sostenevano che alcune disposizioni della EN 81-70 e il suo status di norma armonizzata fossero tali da vietare l’uso delle tradizionali designazioni di piano del Regno Unito di Piano terra ‘G’, Piano inferiore ‘LG’ e Mezzanino ‘M’ (e di altre specifiche designazioni di piano) nella progettazione ascensoristica. In un caso un cliente aveva numerosi edifici su un sito, un gran numero di questi includeva piani G, LG ed M. Forse l’imprenditore si aspettava che il cliente rinominasse tutti questi edifici unitamente alla segnaletica di accesso associata al fine di uniformarsi alle designazioni numeriche standard di piano dell’imprenditore e alla EN 81-70? In tal caso, l’imprenditore è rimasto deluso.

La prospettiva di perdere il contratto è stata sufficiente a un ritorno alla ragione con la revisione della progettazione degli ascensori in modo da incorporare le designazioni di piano LG, G e M.Un altro esempio riguarda la posizione del corrimano all’interno della cabina. La BS EN 81-70, al punto c.5.3.2.1, afferma che “Almeno su una parete laterale della cabina deve essere installato un corrimano”. Un imprenditore sosteneva che questa affermazione fosse prescrittiva in relazione alla posizione del corrimano, che doveva essere installato su una ‘parete laterale’ rispetto ad esempio alla parete posteriore. I regolamenti edilizi del Regno Unito, in relazione all’Accessibilità al punto c.3.28 (f) riportano che ‘almeno su una parete è fornito un corrimano’ e la Figura 1 fornisce un esempio di una cabina passeggeri conforme e mostra il corrimano installato sulla parete posteriore. Mentre una parete laterale offre, a mio parere, la posizione più appropriata per il corrimano, sembra quasi una pedanteria interpretare la norma EN 81-70 in modo prescrittivo a tal riguardo. Infatti, la traduzione del requisito negli altri Stati Membri della CE dà luogo a una differenza di significato e interpretazione. Poiché le cabine ascensoristiche possono essere configurate con una, due o tre porte, un tentativo di applicare una tale interpretazione prescrittiva è semplicemente ridicolo e ignora lo scopo principale che è quello di facilitare l’accesso.

Le finiture

I materiali nei decenni

Mentre molti dei materiali usati nell’estetica dei moderni ascensori sono dati per scontati, dovremmo ricordare che molte di queste sono innovazioni e sviluppi relativamente recenti. Si consideri ad esempio l’applicazione onnipresente di acciai inossidabili nelle cabine e le finiture per gli ingressi di piano. Eppure l’acciaio inox è stato sviluppato solo nei primi due decenni del secolo scorso e non si è diffuso in ambito ascensoristico sino agli inizi del 1970. Infatti, i materiali del tempo offrono l’acciaio inossidabile come opzione di finitura premium che comporta costi aggiuntivi.La tendenza negli anni 1940 e 1950 era per finiture in legno e pareti in bronzo e/o materiali metallici in lega di bronzo. Le finiture delle porte erano spesso con vernici diverse o smalto come rivestimento dei materiali, sebbene mi sia capitato di vedere porte automatiche ad apertura centrale realizzate in legno massiccio.

Negli anni 1960 si è assistito a un passaggio verso pareti di cabina in laminato, spesso di formica. Queste sono ulteriormente cambiate negli anni dal 1960 al 1980 grazie ai cosiddetti laminati in vero legno. Alcuni dei design originali in formica sono considerati da collezione.Inoltre, il materiale prevalente specificato per i progetti di ascensori domestici standard previsto dagli enti pubblici dalla fine del 1950 alla fine del 1970 è stato l’onnipresente alluminio scanalato. Mentre questo materiale forniva alcuni vantaggi per il rapporto tra bassa massa e volume e per la sua plasmabilità, presentava anche una serie di problemi, soprattutto per quanto riguarda la corrosione chimica ed elettrolitica, ed è stato poi sostituito come materiale preferito per tali applicazioni quando la lamiera in acciaio inox è diventata più ampiamente disponibile alla fine del 1970.

L’illuminazione

In termini di illuminazione a incandescenza, le lampade hanno prevalso fino alla fine del 1950 quando l’illuminazione fluorescente è diventata il design preferito. Questo design è durato in varie forme fino alla fine del 1980 quando l’illuminazione dicromica è diventata quella preferita in ambito di progettazione e questa si è a sua volta successivamente evoluta sino a includere varie tecnologie LED.

Pavimenti

In termini di finiture del pavimento la mia esperienza è che la finitura Lino ampiamente applicata dal 1940 al 1960 offre il servizio più resiliente. Tuttavia, le finiture per pavimento si sono evolute passando per varie soluzioni in gomma, polimero, moquette, laminati in legno ed effetto marmo. Infatti, ricordo alcuni pavimenti di cabina in marmo e pietra sottoposti a un significativo e non pianificato restyling durante il collaudo di paracadute e ammortizzatori. Vari materiali interessanti sono stati utilizzati per le finiture. Ricordo contratti in cui l’utilizzo di materiali metallici specialistici inclusi quelli prodotti dalla Cambridge Wire Cloth Co. del Maryland negli Stati Uniti (vedi Figura 1 a titolo di esempio) era un requisito di progettazione.

A volte l’applicazione di ciò che sembrano semplici finiture in acciaio inox può generare alcuni problemi. Ricordo un caso in cui tre ingressi di piano nella hall degli uffici di un’azienda importante vennero rivestiti con l’applicazione di una finitura in acciaio inox. Al termine, il progettista osservò che l’acciaio inox di uno degli ingressi era di colore diverso. Il materiale, in termini di qualità, disegno e finitura, era identico per ogni ingresso. Tuttavia la differenza, che era quasi impercettibile, è stata immediatamente captata dall’occhio esperto del progettista. La differenza era dovuta al fatto che l’acciaio inossidabile in questione provenisse da un diverso lotto di produzione. Fortunatamente, il progettista, che avrebbe potuto rifiutare il lavoro, si mostrò comprensivo nell’accettare quella che venne considerata una differenza minore.

Interventi di pregio

Gli ascensori installati in edifici prestigiosi spesso incorporavano porte estremamente decorative (Figura 2). Qualche anno fa mi è stato chiesto di fornire consulenza in relazione a un contratto in cui dei nuovi ascensori dovevano essere installati in un edificio storico, in cui le porte di piano originali erano oggetto di un intervento architettonico distinto e specifico. L’edificio, che si trova a Birmingham, era stato progettato in stile classico negli anni Trenta e completato negli anni Quaranta ed era stato originariamente immaginato come parte di un centro civico, mai completato a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale.L’interesse storico architettonico riguardava otto ingressi di piano installati al piano terra e al primo piano del gruppo originario di quattro cabine che servivano l’edificio di sei piani. L’edificio doveva essere ampliato in altezza di due piani e la disposizione esistente degli ascensori doveva essere convertita in un sistema a sei cabine, anche se solo gli otto ingressi originali erano soggetti allo specifico profilo architettonico.

La progettazione dell’edificio, che includeva un atrio, precludeva l’ammodernamento degli ascensori e una progettazione tradizionale del locale macchine. Pertanto, un modello MRL, che rientrasse nelle “Lifts Regulations No. 831, 1997”1, risultava la soluzione necessaria. Si è verificato un problema relativo alla superficie dei pannelli delle porte di piano, che includevano pannelli decorativi incassati con inserti in rilievo che eccedevano il limite di 3 millimetri indicato nel c.7.5.1 della BS EN 81-1:1998 c.7.5.1. Ogni pannello includeva un inserto argentato raffigurante diversi aspetti delle attività commerciali, produttive e commerciali della City, alcuni dei quali sono illustrati nelle immagini qui di seguito.

Mentre il contraente principale e l’appaltatore degli ascensori inizialmente avevano resistito all’obbligo di mantenere i pannelli delle porte di piano, suggerendo modi alternativi per conservare le porte come caratteristiche architettoniche alternative separate rispetto al nuovo sistema ascensoristico, l’architetto storico, che considerava i pannelli della porta e la loro inclusione nelle lobby degli anni 1930 di importanza nazionale, ha insistito sul loro mantenimento nell’impianto ascensore. L’effetto della conseguente situazione di stallo è stato tale che avrebbe potuto fermare l’avanzamento dei lavori di costruzione, che erano già ben avviati al momento. Sono state considerate una serie di possibili soluzioni, nessuna delle quali era accettabile per tutte le parti coinvolte. Infine, si è giunti a un compromesso per il quale i pannelli delle porte del piano terra e del primo piano sono stati inseriti nei nuovi ascensori.

Ciò ha richiesto una revisione della progettazione degli accessi di piano, degli operatori porta e delle porte. Il problema di conformità con la c.7.5.1 di EN 81-1 è stato risolto riempiendo la superficie dei pannelli porta con un materiale polimerico liquido trasparente che, una volta fissato, presentava una finitura superficiale a filo mantenendo l’estetica visiva della decorazione dei pannelli porta. Ricordo un’altra incidenza di puro panico quando l’ingegnere cliente di un azienda a carattere globale si presentò per vedere un interno cabina completo il giorno prima della visita pubblicizzata e di alto profilo del presidente e amministratore delegato. Non riuscimmo a capire il grido di angoscia quando vide i bellissimi interni della cabina e lo specchio che era artisticamente in rilievo in un colore brillante con il marchio aziendale che spuntava sulla parete posteriore. Fino a quando, naturalmente, non mise in evidenza, con parole non proprio gentili, che il nome commerciale dell’azienda non terminava per ‘S’! Inutile dire che un veloce lavoro svolto notte-tempo e ricominciato all’alba la mattina seguente, ci permise di salvare la giornata.

Conclusioni

Un buon consulente sviluppa una conoscenza del design e delle esigenze estetiche tale da consigliare i clienti in merito all’applicazione di materiali e agli aspetti tecnici di certi stili estetici e a relativi fattori tecnici e di ingegneria che includono: ingegneria dei materiali e fattori metallurgici in relazione all’applicazione di diversi metalli e materiali e l’idoneità di questi per l’applicazione in ambienti operativi specifici e in termini di infiammabilità, comportamento in caso di incendio, rapporto massa-volume, fattori ergonomici, sostenibilità, efficienza energetica, fattori psicologici ed emotivi umani, nonché capacità di soddisfare lo scopo del progetto.

Vedo molti ascensori nel mio lavoro e certamente accetterei con piacere un po’ più di innovazione e variazioni estetiche. Anche se è forse comprensibile in termini di standardizzazione, il desiderio da parte dei produttori di ridurre la varietà nella gamma di prodotti, il potenziale marketing e l’attrattiva di un’estetica ben pensata ed eseguita non dovrebbe essere mai sottovalutato.

Biografia

Colin Craney vanta 38 anni di esperienza nel settore, inizialmente con Otis Elevator Co. e, più recentemente, con Dunbar & Boardman. Colin è un ingegnere britannico e membro del CIBSE, ingegnere europeo, consulente accreditato per HSE Occupational Safety and Health Consultants Register (OSHCR), membro del Chartered Institution of Occupational Safety and Health (IOSH). Colin è avvocato e membro della Honourable Society of the Middle Temple. Colin è membro del Chartered Institute of Arbitrators, e del Chartered Management Institute. È esperto in Direttive europee, norme e conformità normativa applicabile agli ascensori, alla gestione e alla salute e sicurezza in ambito ascensoristico, Progettista principale CDM 2015, degrado ascensore e scale mobili e dispute tra proprietari e inquilini norme sulla concorrenza e sui diritti intellettuali, indagini su incidenti e malfunzionamenti, risoluzione di dispute e testimone specialistico. Colin Craney è anche consulente forense per Dunbar & Boardman, lo studio di consulenza del trasporto verticale più grande del Regno Unito, e può essere contattato all’indirizzo: colincraney@dunbarboardman.com.

Colin J. Craney
Dunbar & Boardman
London, UK

Traduzione di Paola Grassi

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