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Valentina Pinelli, la signora delle porte

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È corporate product manager (porte) di Wittur Group, ingegnere meccanico, sposata, mamma di due bambini di due e sei anni. Veneta di origine, ha vissuto a lungo a Bologna e ha studiato all’Università di Parma, città dove vive. Si professa cittadina del mondo: “visti i miei ritmi di viaggio, sia per lavoro che per diletto. Viaggiare è uno dei miei hobby preferiti”. Ne ha anche un altro: la cucina, perché dice che “l’arte culinaria è l’unica arte in cui ho una buona riuscita!”. Nella sua carriera ha lavorato in diverse aziende multinazionali e in settori diversi, dall’industria dell’idraulica a quella della gomma al packaging. Di lei dicono che è una manager capace, tecnicamente molto preparata, di mente aperta, perseverante e brava nel fare squadra.

Elevatori: Perché hai scelto il mondo degli ascensori?
Valentina Pinelli: (Ride) Non l’ho scelto. Mi ci hanno paracadutata.

E: Cioè?
VP: (Ride più forte) Cioè il mio primo giorno di lavoro è stato a Interlift! Te lo immagini? Prima guardavo le porte dell’ascensore quasi intimorita. Per me era poco più di una scatola di metallo con dei bottoni. Poi ho imparato a chiamarla pulsantiera. Ma sono un ingegnere e quella “full immersion” a Interlift ha tirato fuori la mia curiosità intellettuale: capire come funziona, maneggiare serrature, rotelle, contatti, ecc. Quindi sono stati gli ascensori a scegliere me, nel modo più classico: mando i curricula a varie aziende, colloquio positivo, assunzione e poi… Interlift. Oggi posso dire che questo mondo è sempre più stimolante, man mano che lo conosco. Un mondo in cui lavoro con passione!

E: L’ambiente degli ascensori è più o meno maschilista della media del mondo del lavoro?
VP: Il mondo è un po’ maschilista in generale e il mondo degli ascensori è nella media dell’industria metalmeccanica. Il vero punto è invece che qualsiasi mondo è fatto di persone. Io ho la fortuna di lavorare in un contesto internazionale e multiculturale. Qui, come altrove, ho trovato sia persone maschiliste che splendidamente aperte.

E: Lavori meglio con gli uomini o con le donne?
VP: Con entrambi! L’ho detto: il mondo è fatto di persone. Il genere qui non c’entra. Si lavora bene con chi è aperto e intelligente, collaborando per arrivare al traguardo insieme. Mi piace pensare che siamo prima di tutto persone e professionisti, individui con caratteristiche proprie. Ne deriva che la classificazione in uomini e donne non ha senso. Ha senso invece l’individualità di ciascuno: solo individui, ognuno con caratteristiche proprie. Lo ribadisco: lavoro bene con entrambi.

E: Cosa ti appassiona del mondo degli ascensori?
VP: L’ascensore (o meglio la cabina… visto che sono un ingegnere) è uno spazio ristretto che costringe le persone a stare vicine, a osservarsi e anche parlare. Chi di noi non ha un ricordo ambientato in un ascensore? Quando le porte si chiudono, si crea un microcosmo temporaneo. Trovo questo affascinante e quasi poetico. La mia anima razionale, il mio “essere ingegnere” si appassiona invece alla flessibilità delle soluzioni tecnologiche, alla possibilità di innovare e integrare un oggetto funzionale in un ambiente architettonico. Trovo che gli ascensori – nella loro semplice complessità – siano macchine tecnicamente intriganti.

E: è possibile essere una brava manager, fare carriera e seguire la famiglia?
VP: È possibile. Cerco di farlo al meglio ogni giorno. Ho due bambini piccoli di due e sei anni e i sostegni per riuscire nell’impresa te li devi trovare da sola. La chiave è riuscire a trovare un punto di equilibrio, dal quale deriva la serenità per gestire i diversi aspetti della vita.

E: La tua più grande sfida?
VP: La sfida più grande è mantenere un alto livello di professionalità e positività nei confronti dei cambiamenti. In un mondo tecnologico e aziendale che corre sempre più veloce, questi cambiamenti sono fisiologici: necessari e dovuti. Quindi la mia sfida più grande è quella di spendere le competenze acquisite, ma anche e soprattutto di migliorarmi ogni giorno, dal punto di vista tecnico e manageriale.

E: Il complimento più bello che hai ricevuto nell’ambiente di lavoro?
VP: (Sorride guardando lontano) Recentemente, non uno, ma due! Il primo è stato un semplice “sei brava davvero!”. Il secondo invece è stato “sono sicuro che tu ce la farai”. Due persone diverse in due occasioni diverse, ma accomunate dalla mia stima nei loro confronti. Quindi per me hanno un alto valore aggiunto, ma soprattutto mi danno la carica per continuare il mio percorso e cercare di migliorare sempre di più.

 

Fabio Liberali

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