Riflessioni sulla Brexit
Di David A. Cooper
Di Eur Ing David. A. Cooper
BSc (Hons), MSc, MPhil, CEng, FIET, FCIBSE, FCGI, FRSA, FCABE, FSOE
Nel numero di settembre 2016 della rivista ‘Elevatori’, Gina Barney e io abbiamo condiviso alcune considerazioni sulla Brexit. Io mi consideravo un ‘Remainer’, non proprio un ‘Remainer’ accanito, ma comunque un ‘Remainer’. Barney invece sosteneva un vivace punto di vista da ‘Leaver’.
Il 23 giugno 2016, nel Regno Unito si era tenuta la votazione per la Brexit e il giorno dopo era il mio 52° compleanno. Ora, cosa penso dopo circa 4 anni e mezzo, alla vigilia del mio 57° compleanno? Chiudevo quel mio articolo dicendo di essere triste per il risultato, ma contento di non aver perso nessun amico a causa del risultato.
Probabilmente avrei dovuto specificare “amici al di fuori del Regno Unito” per essere più chiaro. Questo vale oggi come allora e tutti i miei colleghi del settore in Europa sono ancora miei amici. Non ne ho perso neanche uno. La situazione è la stessa anche con gli amici del Regno Unito, ma con alcuni ho discusso sostenendo opinioni diverse.
David Cooper
Chiaramente, con l’epidemia da Covid, la situazione ha preso il sopravvento e le discussioni non sono state più così frequenti come mi sarei aspettato, ma resta il mio punto di vista su come la Brexit sia stata gestita il modo totalmente non professionale dai politici, che hanno fatto i loro giochi.
Chiunque, a prescindere dall’essere un ‘Remainer’ o un ‘Leaver’, deve aver guardato la situazione e pensato di essere davanti a una specie di esperimento dell’asilo con bambini troppo grandi. Nessuno sembrava concentrato nel voler trovare una soluzione che andasse bene a tutti. Dov’era la mentalità ‘win-win’ che a molti di noi, che gestiscono le imprese e lavorano insieme ad altri, viene insegnata da anni?
Leggi l’articolo completo sul numero 2/2021 di Elevatori Magazine.