Elevatori Club, la riflessione dell’architetto Alberto Salvati
Caro Direttore,
il nuovo spazio editoriale che desideri riservare alla “Community di Elevatori Magazine“, il club dedicato a tutti i lettori della rivista, mi sembra di grande interesse, proprio dopo il riconoscimento assegnato ad Elevatori, di Marchio Storico dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Sarà un onore potervi partecipare: sicuramente (per quanto mi riguarda), in primis, come utente che conosce l’ascensore perché lo utilizza. Molto importante per il contributo che si potrà dare, come utenti e basta, allo sviluppo non solo tecnologico della macchina-ascensore, che comunque è di competenza degli specialisti, ma, come sempre indico in tutti i miei interventi riferibili a questo settore, da condurre tenendo conto delle esigenze di tutti noi umani (organismi complessi), esigenti, sia sul piano razionale che su quello irrazionale.
Come Architetto ritengo poi che sia opportuna una collaborazione che, non solo sul piano tecnico, ma anche su quello artistico, possa indurre soluzioni innovative per questa macchina che non è solo tale, ma parte integrante dello spazio architettonico. Ambito, quello dell’architettura, in cui la ricerca di nuove spazialità e nuovi rapporti tra le sue molteplici parti, è sempre più attiva, e sta portandoci a nuovi modi di abitare sia sul piano individuale che sociale.
Come auspico da sempre: una positiva correità tra settori industriali diversi ma contigui. Ad esempio quello delle costruzioni e quello dell’arredamento. Ancor più necessaria qui, tra il settore ascensoristico e l’edilizio: un procedere insieme dentro lo spazio, di tutti gli operatori che si riferiscono al trasporto verticale.
L’ascensore è un complesso impianto che fa muovere uno spazio-cabina dentro un’ancor più complessa struttura edilizia con cui va coordinato.
Ingegneri, tecnici, architetti, utenti, committenti, tutti dovrebbero partecipare alla definizione di questi spazi in una formazione paritetica di competenze diverse ma atte a definizioni spaziali innovative, sempre in divenire, all’insegna dell’armonia con l’ambiente che ci circonda.
Abbiamo oggi a disposizione un’intelligenza che chiamiamo artificiale, ma che dovrà essere sempre più naturale, perché è l’uomo che l’ha creata per potenziare le sue capacità operative e gli verrà sicuramente in soccorso per la definizione di un habitat umano rispettoso dell’ambiente e atto alla sua salvaguardia.
La bellicosità degli uomini dovrà sempre più confrontarsi con una natura in cui è necessario vivere in simbiosi. Per poter riuscire a rimanere più a lungo possibile su questo pianeta che ci ospita da tempo immemorabile ma che abbiamo messo in difficoltà.
Auguro a te e alla rivista, condotta con cura attenta a tutti i problemi che continuamente affronta, un successo sempre più grande.
Alberto Salvati