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Elevatori: nuovo stile e nuovo sito

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Carissimi lettori sono passati 45 anni dal mio primo editoriale e sono volati. Abbiamo percorso molta strada insieme, e molta ne percorreremo. Quarantacinque anni fa nasceva infatti Elevatori, la prima rivista del settore in Italia. E nasceva perché presto mi resi conto che mancava l’informazione nel mondo dell’ascensore. L’Italia è sempre stata “ricca” di ascensori (oggi ce ne sono quasi un milione funzionanti), eppure non circolavano notizie esatte, non c’erano scambi, confronti tra esperti, ingegneri. E così, in modo anche un po’ folle, mi lanciai in questa avventura editoriale che non immaginavo sarebbe cresciuta così tanto nel tempo. Elevatori infatti è stata subito apprezzata, stimata, consultata e tante firme illustri hanno dato il loro contributo facendo sì che Elevatori diventasse rapidamente un organo accreditato per varie associazioni ed enti, in tutto il mondo. Ed eccoci al secondo grande passaggio fondamentale nella storia del magazine: la versione bilingue nata nel 1989. Mi resi conto, alla fine degli Anni Ottanta, che con il solo italiano non potevamo andare troppo lontano e avremmo perso numerose occasioni. E così nacque questa seconda avventura che è stata ancora più stimolante – non solo perché ci ha aperto le porte di tutti i Paesi esteri – ma perché ci ha aiutato a crescere, a non chiuderci nei nostri orticelli, a confrontarci con altre normative, a cominciare scambi che hanno arricchito la cultura ascensoristica. E oltre a tutto ciò, Elevatori bilingue ha permesso alle aziende italiane del settore di farsi conoscere in gran parte del mondo. Potevamo fermarci qui. Ma la vita corre, la tecnologia pure, impossibile stare a guardare.


Da sinistra: Primo numero di Elevatori, aprile 1972. Giuseppe Volpe festeggia il primo numero bilingue, 1989.

Oggi il presente e il futuro si chiamano Internet, Rete, mondo digitale. Come sottrarsi a questa nuova sfida? Allora ecco che abbiamo deciso, tutti insieme in redazione, di dare vita al terzo grande cambiamento, questa volta davvero a 360 gradi. Un cambiamento che tocca molti aspetti. La prima piccola rivoluzione, che potete vedere subito sfogliando questo numero 5 del 2017, è la nuova veste grafica di Elevatori: agile, moderna, leggera. Ci siamo rifatti il look senza però toccare la testata, senza abbassare la qualità dei contenuti, senza prendere scorciatoie su articoli più facili. Abbiamo deciso che potevamo diventare un po’ più moderni nel vestito, mantenendo una sostanza solida e rigorosa. Leggerla sarà più piacevole. Ma non bastava per noi. Perché si sa oggi sono in molti ad amare la lettura digitale sul computer, iPad, tablet, cellulari. Io personalmente preferisco sfogliare le pagine e sentire l’odore della carta, ma non ditelo in giro, i miei figli mi hanno detto che era meglio avere anche una versione digitale di Elevatori e alla fine mi sono arreso.

E così molto presto ci sarà una doppia versione del magazine: quella cartacea e quella appunto digitale che potrete scaricare e acquistare direttamente sul sito. Ed eccoci alla terza grande novità: il rilancio del sito (elevatorimagazine.com). Un sito che opererà in sinergia con la rivista. Se la carta avrà il compito, quanto mai prezioso, di approfondire temi, scavare, indagare, il sito cercherà di essere più veloce – come è naturale che sia – di aggiornare notizie, di accogliere novità, di toccare temi trasversali. Due modi complementari di conoscere l’ascensore. A tutto ciò aggiungo un mio personale desiderio, condiviso con la mia famiglia: metteremo in campo forza e impegno affinché il sito diventi un luogo di studio, ricerca e confronto internazionale sull’abbattimento delle barriere architettoniche e sull’accessibilità. Un tema che ci sta molto a cuore da anni.

Ora vi auguro buona lettura (su qualunque materiale e mezzo voi vogliate) e buona navigazione.

P.S. – Consentitemi due grazie: il primo a tutta la redazione e a tutti i collaboratori che – a vario titolo, dal 1972 a oggi – hanno reso grande Elevatori (desidero citare il compianto Carlo Distaso, Giovanni Varisco, Gina Barney e Fabio Liberali). Il secondo a voi lettori perché come dicono tutti i grandi maestri di giornalismo i lettori sono i veri padroni dei giornali.

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